lunedì 20 giugno 2016

T'appartengo.

Ambra Angiolini ha un nuovo fidanzato.
Io lo so, e quasi lo capisco che detta così, l'unica risposta che vi viene in mente è il solito #esticazzi, ma facciamo un passo indietro.
A dire il vero un passo un po' lungo, fino al 1991 (vi avverto, se tra voi c'è qualcuno che non era ancora nato, lasci immediatamente questa pagina o lo maledirò per sempre). Dal 1991 al 1995 ho guardato Ambra ogni pomeriggio, mia madre non voleva, ma non c'era giorno in cui non guardassi "Non è la rai", il programma culto degli anni '90 in cui un centinaio di ragazzine carine non facevano niente, se non ballare, ridere, piangere e cantare in playback. Eppure io quel programma lo amavo. Non volevo essere come loro, già all'epoca non potevo mettere i completini Onyx che indossavano le ragazze nel programma, non ho mai avuto il quaderno con il faccione di Mary, Ilaria o Emanuela; non ho mai avuto neanche il loro cd originale, però ancora oggi so imitare il sorriso ed i ballettidi Pamela Petrarolo durante "Please Don't Go", questo sì.
Ambra era la vera protagonista del programma e mi stava simpatica,  ma non è mai stata il mio mito, neanche quando, moooolti anni dopo, si è messa con Francesco Renga. Per amore del bel cantante ha lasciato Roma e si è traferita a Brescia; per fare la mamma dei loro due figli ha iniziato a ponderare sempre più le scelte lavorative; da anni ormai fa l'attrice e non è neanche malaccio. Nonostante tutto ciò, dopo 11 anni insieme (ed un paio di foto ambigue di lei con un ragazzo qualche anno fa), da qualche mese ormai, Renga ed Ambra si sono lasciati. Ta ta ta taaaaaaa!!!!
L'anno scorso lui veniva già paparazzato accanto ad una bionda con la quale ha una relazione. Ambra, invece, era stata fotografata in lacrime davanti la scuola dei loro figli. Una donna a pezzi, porella. E come darle torto? Aveva perso Renga, non il cellulare, il portafogli o le chiavi di casa, ma Renga. R_e_n_g_a.
E finalmente giungiamo ai giorni nostri, quando la stessa Ambra di cui abbiamo parlato fino ad ora - dicevamo - ha un nuovo uomo e ha scelto il Festival del Cinema di Taormina per presentarlo.
Si chiama Lorenzo Quaglia, ex modello, ora agente ma anche scrittore di poesie. Insieme sono bellissimi, si prendono per mano e sorridono davanti a tutti.

Grande Ambra, hai spaccato sorella!
Oggi sì che sei il mio idolo e, molto più che nel 95, voglio diventare come te!

#tappartengoediocitengosepromettopoimantengo


sabato 4 giugno 2016

La Pazza Gioia

Parlo tanto, lo so. E lo sanno anche amiche, nipoti, parenti, colleghi e quelli della Tim, che mi hanno appioppato un contratto tutto incluso con telefonate illimitate.
Parlo talmente tanto che potrei farlo di mestiere, meglio se con un microfono e un paio di cuffie con cui potermi anche sentire meglio, mentre parlo tanto.
Alla Ferilli "je piace chiacchierà", e pure a me, eppure non mi ero mai accorta di quanto io stessa sbagli a parlare e abusi di alcuni termini.
Sono innamorata "pazza".
Mi fa diventare "matto".
Facciamo una "follia"
Sto "impazzendo" a cercare quella cosa.
Ma sei "di fuori"?
Questa canzone mi piace "da impazzire".
Ma quello lì è matto vero! 
Se non lo vedo subito divento "pazza".
Mi è venuta un'idea "folle".
Roba da matti... da andare "al manicomio".
Mi mandi "fuori di cervello"
che in napoletano sarebbe "me faj ascì pazz".
La Carrà era "pazza pazza pazza su una terrazza"
E perfino Little Tony aveva un cuore "matto".

La settimana scorsa ho visto al cinema "La pazza gioia" di Paolo Virzì, ed è bello... proprio bello... tanto che alla fine sarei voluta rimanere nel cinema per vederlo due volte di seguito! Tanto che mi trovo a ripensare a quel film mentre faccio tutt'altro,  tanto da consigliare a tutti di andarlo a vedere, pur non guadagnando neanche un Euro sugli incassi del film.
Nessuno spoiler, tranquilli, ma le due protagoniste, Donatella e Beatrice (interpretate da Micaela Ramazzotti e dalla "mia nuova migliore amica dei desideri", Valeria Bruni Tedeschi) sono belle, fragili, buffe, vere, sole e vivono in un istituto per donne con problemi psichici, insomma sono matte, o se preferite, pazze, folli, di fuori o grulle, come diciamo a Firenze.
Un bellissimo film che sa far ridere, commuovere, pensare e capire, per esempio che sappiamo poco, e parliamo male. Molto. Troppo.
#comunquecompratelounquadernettoperscriveretutteletuecose